I ricercatori stanno monitorando le varianti che potranno essere responsabili di una nuova ondata di Sars-CoV2 nella stagione invernale.
I ricoveri per Covid-19 stanno aumentando rapidamente in tutta Europa. Ma se oggi l’aumento dei casi positivi, che non ha risvolti d’emergenza, è molto probabilmente legato alla riduzione dell’immunità delle passate vaccinazioni o infezioni e dalle dinamiche sociali tornate quasi ai livelli pre-pandemia, sullo sfondo stanno emergendo una sfilza di varianti di Omicron che dribblano l’immunità. Fenomeno che per gli studiosi del virus potrebbe essere responsabile di un’ondata autunno-inverno di Covid-19.
E i segnali non mancano. Per esempio, in Gran Bretagna e altri paesi europei si sta assistendo alla rapida ascesa di BQ.1, un discendente di BA.5 con diverse mutazioni chiave. In India la variante BA.2.75 – che ha guidato un’ondata di infezioni diversi mesi fa – sta ora superando tutte le altre, come riporta il microbiologo Rajesh Karyakarte, coordinatore dello Stato del Maharashtra per il sequenziamento Sars-CoV-2 a Pune. Nei campioni sequenziati dalla sua squadra alla fine di settembre, la sotto-variante chiamata BA.2.75.2 era la più comune (seguita da un parente stretto). Un altro ramo di BA.2, BA.2.3.20, sta invece crescendo rapidamente a Singapore ed è apparso anche in Danimarca e Australia. In Italia il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità osserva una settantina di versioni diverse di Sars-Cov2, a oggi non statisticamente significative, mentre negli Stati Uniti i ceppi diversi da Omicron 5 sono in crescita da agosto, e rappresentano oggi il 20 per cento.