Almeno 23 stati alla Cop26 di Glasgow si sono impegnati per la prima volta ad eliminare il carbone dalla loro produzione di energia. Fra questi Indonesia, Vietnam, Polonia, Corea del Sud, Egitto, Spagna, Nepal, Singapore, Cile e Ucraina. In una “Dichiarazione per la transizione globale dal carbone all’energia pulita”, i paesi si sono anche impegnati ad aumentare l’energia pulita e a garantire una transizione giusta dal carbone.
E’ all’annuncio dell’accordo tra 20 paesi, Italia in prima fila con Stati Uniti, Uk, Canada, per cessare entro il 2022 i sussidi a fonti fossili non abbattute che è affidato il senso della giornata dedicata all’energia alla Cop 26 di Glasgow.
Intesa importante alla quale aderiscono come Stati Uniti, Canada. A precedere la notizia ‘annuncio i nuovi report sulle emissioni quest’anno di nuovo in crescita a livelli record: secondo il rapporto annuale del consorzio Global Carbon Project le emissioni di diossido di carbonio dovrebbero rimbalzare nel 2021 ai livelli pre-Covid, con la quota della Cina in crescita a quasi un terzo del totale. Ma è già in apertura dei lavori che il presidente di Cop 26 Sharma ad avvertire: “La fine del carbone è in vista”.
Per il passaggio alle rinnovabili, però servono fondi, tanti, e a lanciare l’allarme sugli scarsi finanziamenti ai Paesi invia di sviluppo è il Rapporto dell’Unep che avverte anche che con l’innalzamento di 1,5 gradi alcuni impatti sono già irreversibili. Sul fronte finanziario intanto proprio oggi è stato presentato a Glasgow il Report annuale della Piattaforma internazionale sulla finanza sostenibile (Ipsf) promossa dall’Ue, con l’adesione di Regno Unito, Nuova Zelanda, e altri otto paesi con la commissaria Ue McGuinness che ha sottolineato il lavoro della Ue per standard più stringenti sugli investimenti green.